Contatti

giovedì 25 ottobre 2012

Rémy Viale, atleta-poeta...


Sono anche questo, gli atleti "Calvesi"...
Rémy Viale, non finisce di stupirci, l'abbiamo seguito negli anni come atleta e bravo studente, poi come universitario-venditore di abbigliamento e adesso lo ritroviamo poeta con la sua prima pubblicazione di poesie. Quando si dice "un ragazzo d'oro", non ci sono difficoltà a pensare a lui. Studente, lavoratore, atleta e poeta, di sensibilità e buona educazione incredibili, quasi fuori dal tempo...
Questi sono gli atleti che vogliamo, giovani uomini che ci fanno credere in un futuro migliore.


Editoria

UNA RACCOLTA DI BALLATE PER CANTARE GESTA EROICHE

FRANCESCA SORO

Si intitola «l’Ultimo canto degli Uomini di Frassino» la rac-
colta di poemi di Rémy Viale, studente ventenne dell’Università della Valle d’Aosta, appena pubblicata nella collana I Melograni di Keltia Editrice.
Sono 28 ballate, scritte, come spiega l’autore, «perché sono sempre stato affascinato dai componimenti in rima con ritornelli e ripetizioni che accompagnavano balli popolari e che nascono dalla tradizione orale delle “Sagen” germaniche».
La musicalità delle ballate di Viale rende fluida e leggera la narrazione di destini, uomini d’arme e valorose gesta. Così il poeta valdostano canta il cavaliere errante: «... quando vedi una bambina davanti a te/ inseguita dalle alabarde e dai segugi del re. Non esiti, non ti metti a pensare/ in cuor tuo sai già cosa fare/ in lei c’è il futuro ed un sole nascente/ ora ostacolato da un destino inclemente. Ma il destino noi possiamo cambiare/ così levi la spada ed inizi a lottare».
Parole, come si legge nella prefazione, dal sentore cupo ed eroico, un sapore arcaico, ma anche un’avvincente freschezza. «L’ispirazione - spiega l’autore - mi è stata fornita dai molti libri di miti e leggende presenti nella biblioteca del nostro ateneo nonché dalla realtà che mi circonda, cercando, però, di utilizzare un punto di vista più lontano e profondo che forse la frase norvegese “det som engang var”, letteralmente ciò “che era una volta” può spiegare».

Nessun commento :