Non sono mai riuscita a scrivere della scomparsa di mamma, una presenza troppo importante per me, e continuo a non esserne capace... |
Brescia dopo un secolo riavrà il Famedio dei cittadini illustri
Dopo oltre un secolo di silenzio Brescia decide di
rendere onore alla memoria dei suoi cittadini più illustri. Lunedì con
una cerimonia presieduta dal sindaco Emilio Del Bono si scopriranno le
lapidi dei primi 19 nomi selezionati da un'apposita commissione
deliberata dal Consiglio comunale il 16 marzo scorso, e dei sei sindaci
del dopoguerra voluti dalla Giunta Del Bono. La cerimonia sarà anche
occasione per celebrare i 200 anni dalla posa della prima pietra del
cimitero monumentale cittadino, tra i primi seguiti all'editto
napoleonico di Saint Cloud e tra tutti il più originale, unico in Italia
progettato da un solo architetto per i 40 anni della sua costruzione.
La cerimonia dà appuntamento alle 15.30 a tutti i bresciani. E una
navetta sarà a disposizione all'ingresso di via Milano per chi non ce la
facesse a raggiungere il Famedio situato nel cuore del Vantiniano. Dopo
gli interventi istituzionali, Luciano Bertoli leggerà un estratto dai
Sepolcri di Foscolo, e a seguire un concerto del Quartetto Bazzini nella
chiesa di San Michele. «È un'iniziativa di grande valenza,
significativa e coraggiosa. Scegliere ed elevare a figure simbolo
persone che si sono distinte per l'impegno civile, intellettuale,
economico e sociale può prestarsi a giudizi critici, ma la decisione è
stata assunta a larga maggioranza e anche i nomi di grande prestigio
sono largamente condivisi», dice il sindaco che ieri ha presentato
l'evento insieme al presidente dell'Ateneo Sergio Onger, al direttore
generale della Loggia Giandomenico Brambilla e alla consigliera pd Laura
Venturi. Secondo regolamento, la commissione presieduta dal sindaco è
composta dal presidente del Consiglio comunale, un consigliere di
maggioranza e uno di minoranza e un dirigente comunale come segretario,
integrata dai rettori delle università cittadine, dal presidente
dell'Ateneo e dai direttori dei principali giornali e televisioni
locali. Dal Duemila al 2014 aveva la possibilità di selezionare tre nomi
per anno, ma alla fine ne ha scelti 19 a larga maggioranza. Per alcuni
anni c'è un solo nominativo, poiché su altri «candidati» non si è
raggiunto l'accordo. I commissari hanno valutato, tra l'altro,
personalità commemorate in consiglio comunale, inserite nella
toponomastica, insignite del Premio Bulloni e del Premio della
brescianità. Da questo momento, ogni anno la Commissione sceglierà altri
personaggi fino a un massimo di tre. IL SINDACO, tuttavia, non esclude
che con una modifica al regolamento si possa andare indietro di un altro
decennio e includere nell'elenco anche gli anni Novanta. Ognuno dei
nomi selezionati avrà una lapide nel Famedio, con il solo nome e cognome
scritto in corsivo. Al centro dello spazio ottagonale è stato
installato un totem informatico dal quale si possono leggere le
biografie di ognuno(anche all'indirizzo www.comune.brescia.it/famedio). E
ogni anno ne verranno aggiunte altre. Erano i primi del Novecento
quando la municipalità decise di installare nel Famedio che Vantini
voleva si chiamasse Pantheon, la statua di Giambattista Cigola, famoso
miniaturista che lasciò tutti i suoi beni all'Ateneo e da questo si
meritò il prestigioso riconoscimento. Ma già allora, prima che la statua
di Cigola fosse sistemata nel cimitero monumentale, dentro lo spazio
ottagonale dietro la chiesa di San Michele, dovette aspettare
cinquant'anni nel cortile di palazzo Tosio Martinengo poi Pinacoteca.
Ora la buona pratica riprende, e promette di continuare nel tempo
rendendo omaggio agli uomini e a chi ha reso Brescia grande nel mondo.
Dopo l'esperienza della cosiddetta
Rotondina Comunale (collocata nella cella 8 al termine del portico
orientale della facciata del Vantiniano), nasce il Pantheon, così com'è
scritto sull'architrave esterno della sala, un vero e proprio Famedio
comunale in cui collocare cenotafi, monumenti e iscrizioni in memoria di
cittadini illustri.
Doveva essere il Pantheon dei bresciani, nel quale l’Ateneo avrebbe eretto, grazie al cospicuo legato di Giambattista Gigola, monumenti ai cittadini illustri. Nel 1864 quello allo stesso Gigola, commissionato allo scultore Giovanni Battista Lombardi, era pronto, ma rimase per decenni prima in Palazzo Bargnani e poi nel cortile di Palazzo Martinengo, ora sede della Pinacoteca, in attesa della conclusione dei lavori.
Le rendite del legato Gigola vennero messe a disposizione dall’Ateneo per portare a compimento il Famedio. Ammonta a 116.000 lire il contributo che l’Accademia elargì nel corso della seconda metà dell’Ottocento per la sua realizzazione: più di un terzo del costo complessivo dell’opera. Quando nei primi anni del Novecento i lavori furono finalmente conclusi, in quell’ambiente trovarono posto il solo monumento a Gigola e il busto in bronzo del musicista Costantino Quaranta, opera dello scultore Domenico Ghidoni su commissione di Francesco Piazza.
Eroso dall’inflazione il capitale dell’Ateneo, venuto meno l’entusiasmo municipale per i “monumenti eccitatori delle future generazioni”, così li definiva il presidente dell’Ateneo Gabriele Rosa nel 1886, quell’edificio deputato a celebrare le patrie glorie è rimasto fino a oggi praticamente vuoto.
Nel marzo del 2015 la Giunta comunale ha deliberato di riprendere quella nobile idea. Con deliberazione numero 34 del 16 marzo 2015 il Consiglio comunale ha approvato il “Regolamento per le onoranze al Famedio” e ha costituito una Commissione consultiva composta dal Sindaco, che la presiede, dal Presidente del Consiglio comunale e da due Consiglieri comunali, uno per la maggioranza e uno per la minoranza, individuati dalla Conferenza dei capigruppo, da un dirigente individuato dal Sindaco, con funzioni di segretario, dai Rettori delle Università cittadine o loro delegati, dal Presidente dell’Ateneo di Brescia o suo delegato, dai principali direttori delle testate giornalistiche e televisive bresciane, che possono essere rappresentati da loro delegati. La Commissione consultiva, in sede di prima istituzione, ha avuto il compito di proporre alla Giunta comunale i nominativi dei cittadini illustri o benemeriti deceduti a dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2014.
Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento per le onoranze al Famedio sono cittadini illustri “coloro che abbiano meritato per opere letterarie, scientifiche, artistiche o per atti insigni, o che si siano distinti particolarmente nella storia patria. Cittadini benemeriti sono coloro che abbiano arrecato alla città particolare lustro e beneficio”.
Ogni anno, il 9 novembre, giorno della posa della prima pietra del Cimitero Vantiniano, si procederà al ricordo dei cittadini illustri o benemeriti deceduti l’anno precedente, mediante apposizione dei nominativi su lapide commemorativa presso il Famedio.
Doveva essere il Pantheon dei bresciani, nel quale l’Ateneo avrebbe eretto, grazie al cospicuo legato di Giambattista Gigola, monumenti ai cittadini illustri. Nel 1864 quello allo stesso Gigola, commissionato allo scultore Giovanni Battista Lombardi, era pronto, ma rimase per decenni prima in Palazzo Bargnani e poi nel cortile di Palazzo Martinengo, ora sede della Pinacoteca, in attesa della conclusione dei lavori.
Le rendite del legato Gigola vennero messe a disposizione dall’Ateneo per portare a compimento il Famedio. Ammonta a 116.000 lire il contributo che l’Accademia elargì nel corso della seconda metà dell’Ottocento per la sua realizzazione: più di un terzo del costo complessivo dell’opera. Quando nei primi anni del Novecento i lavori furono finalmente conclusi, in quell’ambiente trovarono posto il solo monumento a Gigola e il busto in bronzo del musicista Costantino Quaranta, opera dello scultore Domenico Ghidoni su commissione di Francesco Piazza.
Eroso dall’inflazione il capitale dell’Ateneo, venuto meno l’entusiasmo municipale per i “monumenti eccitatori delle future generazioni”, così li definiva il presidente dell’Ateneo Gabriele Rosa nel 1886, quell’edificio deputato a celebrare le patrie glorie è rimasto fino a oggi praticamente vuoto.
Nel marzo del 2015 la Giunta comunale ha deliberato di riprendere quella nobile idea. Con deliberazione numero 34 del 16 marzo 2015 il Consiglio comunale ha approvato il “Regolamento per le onoranze al Famedio” e ha costituito una Commissione consultiva composta dal Sindaco, che la presiede, dal Presidente del Consiglio comunale e da due Consiglieri comunali, uno per la maggioranza e uno per la minoranza, individuati dalla Conferenza dei capigruppo, da un dirigente individuato dal Sindaco, con funzioni di segretario, dai Rettori delle Università cittadine o loro delegati, dal Presidente dell’Ateneo di Brescia o suo delegato, dai principali direttori delle testate giornalistiche e televisive bresciane, che possono essere rappresentati da loro delegati. La Commissione consultiva, in sede di prima istituzione, ha avuto il compito di proporre alla Giunta comunale i nominativi dei cittadini illustri o benemeriti deceduti a dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2014.
Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento per le onoranze al Famedio sono cittadini illustri “coloro che abbiano meritato per opere letterarie, scientifiche, artistiche o per atti insigni, o che si siano distinti particolarmente nella storia patria. Cittadini benemeriti sono coloro che abbiano arrecato alla città particolare lustro e beneficio”.
Ogni anno, il 9 novembre, giorno della posa della prima pietra del Cimitero Vantiniano, si procederà al ricordo dei cittadini illustri o benemeriti deceduti l’anno precedente, mediante apposizione dei nominativi su lapide commemorativa presso il Famedio.