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domenica 9 dicembre 2007

Il mediocre invidioso di Gianfranco Ravasi

Essere nati senza invidia è indizio di essere nati con grandi qualità. L'invidia è la consapevolezza della propria mediocrità.
Una battuta di François de la Rochefoucauld ci invita a cercare un esempio da imitare: se vuoi essere sicuro di assegnare una meritata ammirazione, cerca una persona che non conosca l'invidia. E' vero: chi non ha questo vizio si rivela veramente una persona alta, nobile e generosa.
Un altro Monito ce lo ha lasciato il filosofo Mario Hrvat.
Basta poco perchè il mediocre riveli la sua natura: anche di fronte a un modesto successo dell'altro, subito si scatena in lui la recriminazione e la gelosia. Ebbene, senza che egli lo affermi esternamente, quella reazione nasce nel suo animo perchè sa di essere limitato, di non avere le capacità altrui; ma, anzichè rimanere quietamente nel suo stato, riconoscendo con umiltà le sue reali forze si abbandona alla detestazione e allo scontento. Ironicamente il grande Goethe notava che "la consolazione più alta del mediocre è di pensare che anche il genio dovrà morire". Cerchiamo, allora, di riconoscere pure la nostra mediocrità quando invidiamo, ma trasformiamo questa scoperta della nostra povertà rendendola fonte di umiltà.

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