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martedì 25 ottobre 2016

Il 9 Novembre mamma Gabre sarà celebrata al Cimitero Vantiniano di Brescia, come CITADINO ILLUSTRE...!

 
Non sono mai riuscita a scrivere della scomparsa di mamma, una presenza troppo importante per me, e continuo a non esserne capace...

Una notizia molto bella, questo altissimo riconoscimento viene dato per la prima volta a chi ha passato la vita a operare per lo sport e non a chi si sia distinto per opere letterarie, scientifiche, artistiche. E' stato fatto il suo nome che è stato votato dalla commissione all'unanimità. Grazie

Brescia dopo un secolo riavrà il Famedio dei cittadini illustri

Dopo oltre un secolo di silenzio Brescia decide di rendere onore alla memoria dei suoi cittadini più illustri. Lunedì con una cerimonia presieduta dal sindaco Emilio Del Bono si scopriranno le lapidi dei primi 19 nomi selezionati da un'apposita commissione deliberata dal Consiglio comunale il 16 marzo scorso, e dei sei sindaci del dopoguerra voluti dalla Giunta Del Bono. La cerimonia sarà anche occasione per celebrare i 200 anni dalla posa della prima pietra del cimitero monumentale cittadino, tra i primi seguiti all'editto napoleonico di Saint Cloud e tra tutti il più originale, unico in Italia progettato da un solo architetto per i 40 anni della sua costruzione. La cerimonia dà appuntamento alle 15.30 a tutti i bresciani. E una navetta sarà a disposizione all'ingresso di via Milano per chi non ce la facesse a raggiungere il Famedio situato nel cuore del Vantiniano. Dopo gli interventi istituzionali, Luciano Bertoli leggerà un estratto dai Sepolcri di Foscolo, e a seguire un concerto del Quartetto Bazzini nella chiesa di San Michele. «È un'iniziativa di grande valenza, significativa e coraggiosa. Scegliere ed elevare a figure simbolo persone che si sono distinte per l'impegno civile, intellettuale, economico e sociale può prestarsi a giudizi critici, ma la decisione è stata assunta a larga maggioranza e anche i nomi di grande prestigio sono largamente condivisi», dice il sindaco che ieri ha presentato l'evento insieme al presidente dell'Ateneo Sergio Onger, al direttore generale della Loggia Giandomenico Brambilla e alla consigliera pd Laura Venturi. Secondo regolamento, la commissione presieduta dal sindaco è composta dal presidente del Consiglio comunale, un consigliere di maggioranza e uno di minoranza e un dirigente comunale come segretario, integrata dai rettori delle università cittadine, dal presidente dell'Ateneo e dai direttori dei principali giornali e televisioni locali. Dal Duemila al 2014 aveva la possibilità di selezionare tre nomi per anno, ma alla fine ne ha scelti 19 a larga maggioranza. Per alcuni anni c'è un solo nominativo, poiché su altri «candidati» non si è raggiunto l'accordo. I commissari hanno valutato, tra l'altro, personalità commemorate in consiglio comunale, inserite nella toponomastica, insignite del Premio Bulloni e del Premio della brescianità. Da questo momento, ogni anno la Commissione sceglierà altri personaggi fino a un massimo di tre. IL SINDACO, tuttavia, non esclude che con una modifica al regolamento si possa andare indietro di un altro decennio e includere nell'elenco anche gli anni Novanta. Ognuno dei nomi selezionati avrà una lapide nel Famedio, con il solo nome e cognome scritto in corsivo. Al centro dello spazio ottagonale è stato installato un totem informatico dal quale si possono leggere le biografie di ognuno(anche all'indirizzo www.comune.brescia.it/famedio). E ogni anno ne verranno aggiunte altre. Erano i primi del Novecento quando la municipalità decise di installare nel Famedio che Vantini voleva si chiamasse Pantheon, la statua di Giambattista Cigola, famoso miniaturista che lasciò tutti i suoi beni all'Ateneo e da questo si meritò il prestigioso riconoscimento. Ma già allora, prima che la statua di Cigola fosse sistemata nel cimitero monumentale, dentro lo spazio ottagonale dietro la chiesa di San Michele, dovette aspettare cinquant'anni nel cortile di palazzo Tosio Martinengo poi Pinacoteca. Ora la buona pratica riprende, e promette di continuare nel tempo rendendo omaggio agli uomini e a chi ha reso Brescia grande nel mondo. 
Mimmo Varone
 Nelle tavole predisposte da Rodolfo Vantini per la pubblicazione di Il Campo Santo di Brescia, Brescia 1855, compare la monumentale aula del Pantheon, definita “Sala nell'Emiciclo in fondo al Cimitero destinata a contenere i monumenti degli illustri bresciani”, collocata appunto nell'emiciclo di chiusura dell'intero Campo Santo e in asse con il monumento a tronco di piramide del beato Giuseppe Bossini (1843-1856), il faro-lanterna (1847-1864) e la chiesa di San Michele.
         Dopo l'esperienza della cosiddetta Rotondina Comunale (collocata nella cella 8 al termine del portico orientale della facciata del Vantiniano), nasce il Pantheon, così com'è scritto sull'architrave esterno della sala, un vero e proprio Famedio comunale in cui collocare cenotafi, monumenti e iscrizioni in memoria di cittadini illustri.
         Doveva essere il Pantheon dei bresciani, nel quale l’Ateneo avrebbe eretto, grazie al cospicuo legato di Giambattista Gigola, monumenti ai cittadini illustri. Nel 1864 quello allo stesso Gigola, commissionato allo scultore Giovanni Battista Lombardi, era pronto, ma rimase per decenni prima in Palazzo Bargnani e poi nel cortile di Palazzo Martinengo, ora sede della Pinacoteca, in attesa della conclusione dei lavori.
         Le rendite del legato Gigola vennero messe a disposizione dall’Ateneo per portare a compimento il Famedio. Ammonta a 116.000 lire il contributo che l’Accademia elargì nel corso della seconda metà dell’Ottocento per la sua realizzazione: più di un terzo del costo complessivo dell’opera. Quando nei primi anni del Novecento i lavori furono finalmente conclusi, in quell’ambiente trovarono posto il solo monumento a Gigola e il busto in bronzo del musicista Costantino Quaranta, opera dello scultore Domenico Ghidoni su commissione di Francesco Piazza.
Eroso dall’inflazione il capitale dell’Ateneo, venuto meno l’entusiasmo municipale per i “monumenti eccitatori delle future generazioni”, così li definiva il presidente dell’Ateneo Gabriele Rosa nel 1886, quell’edificio deputato a celebrare le patrie glorie è rimasto fino a oggi praticamente vuoto.
         Nel marzo del 2015 la Giunta comunale ha deliberato di riprendere quella nobile idea. Con deliberazione numero 34 del 16 marzo 2015 il Consiglio comunale ha approvato il “Regolamento per le onoranze al Famedio” e ha costituito una Commissione consultiva composta dal Sindaco, che la presiede, dal Presidente del Consiglio comunale e da due Consiglieri comunali, uno per la maggioranza e uno per la minoranza, individuati dalla Conferenza dei capigruppo, da un dirigente individuato dal Sindaco, con funzioni di segretario, dai Rettori delle Università cittadine o loro delegati, dal Presidente dell’Ateneo di Brescia o suo delegato, dai principali direttori delle testate giornalistiche e televisive bresciane, che possono essere rappresentati da loro delegati. La Commissione consultiva, in sede di prima istituzione, ha avuto il compito di proporre alla Giunta comunale i nominativi dei cittadini illustri o benemeriti deceduti a dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2014.
         Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento per le onoranze al Famedio sono cittadini illustri “coloro che abbiano meritato per opere letterarie, scientifiche, artistiche o per atti insigni, o che si siano distinti particolarmente nella storia patria. Cittadini benemeriti sono coloro che abbiano arrecato alla città particolare lustro e beneficio”.
         Ogni anno, il 9 novembre, giorno della posa della prima pietra del Cimitero Vantiniano, si procederà al ricordo dei cittadini illustri o benemeriti deceduti l’anno precedente, mediante apposizione dei nominativi su lapide commemorativa presso il Famedio.

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